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L’Alberata d’Asprinio entra ufficialmente nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali

di Pasquale Astuto

Firmato il decreto di iscrizione dell’Alberata d’Asprinio. Il Ministro Lollobrigida, in seguito alle interlocuzioni con il Capogruppo della Commissione Agricoltura Marco Cerreto ed il Deputato Gimmi Cangiano, con un decreto tutela e valorizza, iscrivendo nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali, la pratica agricola dell’Alberata d’Asprinio.

Il decreto è un chiaro segnale di meravigliosa attenzione verso il nostro territorio – hanno commentato i deputati Cerreto e Cangiano – perché questa tecnica viene prodotta in particolar modo nell’agro aversano ed è iscritta tra i cosiddetti “vitigni eroici”. Con questo riconoscimento si apprezzerà il lavoro a beneficio della produzione di qualità e cultura identitaria. Una pratica che molti davano per abbandonata e che, invece, con questo decreto torna d’attualità ed è di grande esempio per i nostri agricoltori e consumatori. Al Ministro Lollobrigida il nostro ringraziamento per aver sbloccato una richiesta che da tempo giaceva al Ministero“.


Nel dossier di presentazione alla candidatura è stata inserita tutta la storia e la tradizione di un intero territorio oltre alla visione di permanenza e sopravvivenza dei vigneti che devono contrastare il fenomeno di urbanizzazione e preservare le antiche pratiche di allevamento del vitigno.
Una vittoria per un intero territorio che da sempre riconosce l’Alberata d’Asprinio come suo elemento identificatore. Dall’alto sei suoi 15 metri di altezza, essa rappresenta il baluardo del territorio. Una vedetta fiera che, forte delle sue radici ben impiantate nel terreno e sicura del sostentamento dei pioppi su cui si sorregge, si spinge con fierezza più in alto che può.

Il “Vilignatore” che s’inerpica sullo scalillo, ad ogni piolo che sale, è consapevole di essere un vero e proprio eroe. In lui e nella sua tecnica convivono tanti elementi: storia, tradizione, esperienza, ma, soprattutto, passione. E’ consapevole dello sforzo che comporta la salita sullo scalillo e lo fa con calma, dedizione e coraggio perché sa che lassù in alto potrà godere di una vista unica sul paesaggio dell’agro aversano e potrà, finalmente, raccogliere quei grappoli, frutto di un lavoro emblematico.

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