Dici vino naturale, dici (anche) Cantina Giardino. In Irpinia sì, ma ormai ovunque è sinonimo di una viticoltura che opera senza compromessi, se non quello con la natura. Alla riapertura di “Enorme. Piccolo Salone del Vino Artigianale” incontriamo Daniela De Gruttola, non altro per chi di vino ne mastica, o per meglio dire, ne gusta e degusta. Una storia che mette al centro l’impegno per il territorio e la tutela delle vecchie vigne, idea strutturale che ha permesso all’azienda di muovere i primi passi di un percorso pionieristico, in cui il vino viene codificata come materia viva e merita la massima cura. Rispetto, che parte dalla vigna e arriva dritto dritto al calice. Cantina Giardino nasce dall’unione di Antonio, Daniela, Pasquale, Davide, Antonio e Nadia e dal 2003 produce vini che esprimono la loro filosofia e la grandezza di un luogo magico: l’Irpinia. In cantina solo fermentazioni, spontanee s’intende. Difatti, non vengono effettuate chiarifiche o filtrazioni e tanto meno aggiunti solfiti in nessuna fase della vinificazione. Si considerano “cultori di un’enologia che va di pari passo con i ritmi della natura”.
I vini naturali ritornano, in una seconda edizione ancora più rafforzata nei contenuti e con la forte presenza di cantine per raccontare una dimensione viticola esclusiva. Come nasce l’esigenza di voler creare un evento sui vini naturali? Qual è la storia di Enorme?
“Questa seconda edizione è più ricca di contenuti perché negli ultimi anni in Irpinia è successo qualcosa di straordinario grazie a questa tipologia di vini e a locali come ad esempio La Posta. Si sono create, infatti, connessioni che hanno prodotto idee e contenuti anche al di là del vino. In questa edizione abbiamo delle presenze eccezionali quali Kanaka Studio, Ortogonale Studio, Annibale Siconolfi aka Inward con le loro istallazioni artistiche, e ospiteremo una realtà virtuosa come Ecomunera, APS che opera nel territorio promuovendo progetti di trasformazione ecologica e nuovi modelli di produzione e consumo. La storia di Enorme è appunto l’unione di tutte queste energie che si muovono all’unisono creando un gruppo che sta diventando sempre più grande. Per me Enorme non è solo vino, ma l’incontro di cultura e di cuori, è una fonte di entusiasmo ed il mio lavoro di vignaiola, che non ho mai considerato lavoro nel senso di fatica, con Enorme si fa ancora più interessante”
Enorme è una perfetta sintesi di una volontà comune che mette insieme i produttori dei vini naturali e il territorio Irpinia, una manifestazione che lascia al mondo dei vini naturali un palcoscenico
importante per parlare di una viticoltura inedita. Come parla, quindi,
l’Irpinia al mondo dei vini naturali? Qual è lo stato dell’arte?
“Non considero questa viticoltura inedita; prima della fine degli anni Settanta la conduzione dei vigneti era assolutamente sostenibile. Non c’era l’utilizzo della chimica come erbicidi, fertilizzanti minerali, anticrittogamici quindi sistemici e mancava anche una meccanizzazione spinta, le fermentazioni erano tutte spontanee anche per realtà produttive molto grandi. Credo che l’Irpinia abbia le carte in regola per una viticoltura sostenibile in tutto il suo territorio. Con i cambiamenti climatici degli ultimi anni quest’area ha molte più chances: possiamo salire a 1000 metri, usare i versanti a nord, possiamo adeguarci all’aumento della temperatura. Non solo ci crediamo fermamente, ma guardandoci intorno vediamo che sempre più giovani mostrano interesse e intraprendono questa strada. Una mia previsione? In pochi anni metteremo su una roccaforte di produzione di vini a fermentazione spontanea nei quali non serve alcun aiuto o correzione”
L’Italia del vino naturale incontra anche i vignerons di altre nazionalità. Quali sono gli scenari dei confini internazionali?
“Il movimento del vino naturale (io preferisco chiamarlo semplicemente movimento del Vino con la V maiuscola ed aggiungere semmai il termine “convenzionale” quando si parla di un altro modo di produrre vino) non è nato in Italia, ma in Francia. Ci siamo accodati subito, prima il Nord Italia e la Slovenia e poi altre aree. Quello che dico sempre è che ciò che conta è essere arrivati a questa consapevolezza, spesso il mondo dei “convenzionali” considera ancora questi Vini come difettati, ma gli appassionati comprendono e apprezzano il fascino di queste produzioni ed il mondo del Vino sta facendo sempre più adepti consapevoli. Credo che lo scenario sia mondiale e a proposito di questo suggerisco uno dei laboratori di lunedì 24 giugno dal nome appunto “Sconfinamenti”. Il tema è la Slovenia raccontata in 4 vitigni: Rebula, Malvazija, Zelen Vitovska; sarà a cura di Gae Saccoccio, Wine Independent, Klinec e Stemberger”
Un programma che mette al centro i viticoltori in primis. Quali sono
gli obiettivi di Enorme?
“Gli obiettivi sono molteplici, ne dico uno su tutti: dobbiamo sfondare il muro della cucina tradizionale perché credo che questi vini siano di più facile abbinamento proprio perché non hanno additivi, non hanno aggiunte, sono più saporiti. Quindi mi rivolgo ai ristoratori sensibili e li invito a partecipare ad Enorme, sia per curiosità che per avere l’opportunità di assaggiare moltissimi Vini in un luogo storico, che da solo varrebbe il viaggio. In questi due giorni si avrà la possibilità di vedere con i propri occhi questa potente energia, arricchirsi, trovare nuovi spunti e motivazioni. Del resto, solo tutti insieme si può crescere e migliorare.”
E quali saranno, allora, i prossimi passi della manifestazione?
“Abbiamo coinvolto persone eccezionali come Giovanni Bietti, Gae Saccoccio, Giannis Koumanis, Diego Sorba che sanno parlare a tutti, arrivando al cuore delle persone, senza creare quel disagio che a volte fa dire: “io non ne capisco di vino”. Enorme è un momento di condivisione in cui tutti sono aperti a scambiare le proprie opinioni. I prossimi passi partiranno proprio da qui, avranno questa stessa filosofia. Mi piacerebbe che in un prossimo futuro l’Irpinia possa diventare una meta ed avere un’ampia scelta di luoghi dove poter trascorrere il tempo libero in modo appagante”