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Enoturismo in Campania, la voce dei produttori irpini nell’intervista alla vicepresidente Petitto del Consorzio Tutela Vini d’Irpinia

di Valentina Taccone

Enoturismo in Campania, sul tavolo Commissione Agricoltura si discute con i produttori della proposta di legge. Già convocate le audizioni dalla Regione Campania per gli enti e le organizzazioni di categoria del territorio, per discutere del provvedimento legislativo che intende rispondere concretamente alle esigenze del settore, alle opportunità della vitivinicoltura campana, ma soprattutto spingere lo sviluppo delle aree interne. Su questo strumento normativo, già in fase di perfezionamento, l’intervista a Ilaria Petitto, vicepresidente del Consorzio Tutela Vini d’Irpinia, per fare chiarezza sul disegno di legge delle attività del settore turistico analizzato dal punto di vista dei produttori irpini.

Da sinistra: Veronica Barbati, presidente nazionale Coldiretti Giovani Impresa, Maurizio Petracca, Presidente Commissione Agricoltura Regione Campania, Ilaria Petitto, vice presidente Consorzio Tutela Vini d’Irpinia, Pietro Caterini, dirigente scolastico ITA “F.De Sanctis” di Avellino

Discussa sul tavolo dell’Istituto Tecnico Agrario la proposta di legge sull’enoturismo in Irpinia per promuovere il territorio e le produzioni di qualità: quali le aspettative e gli obiettivi?
«Prima di tutto al di là delle aspettative relative alla promozione del territorio la cosa importante è che finalmente questa legge arriva a legittimare un’attività, normalmente svolta dalle aziende vitivinicole in quanto accessoria all’attività di produzione, ma che in molti Comuni non viene riconosciuta tra le attività che gli opifici di produzione potrebbero legittimamente svolgere. Mi spiego meglio, l’attività di accoglienza e di somministrazione di cibo e bevande viene attualmente regolata per gli agriturismi, infatti molte cantine hanno optato per l’attività di agriturismo che si è aggiunta a quella di produzione e viene svolta in luoghi diversi, magari vicini alle cantine, mentre gli opifici di produzione sono ritenuti non idonei in molti casi per lo svolgimento anche dell’attività di accoglienza enoturistica. Con la Legge sull’enoturismo finalmente le Cantine in possesso dei requisiti richiesti, potranno iscriversi nell’apposito albo Regionale, e svolgere l’attività enoturistica , come è giusto che sia, connaturata all’attività di produzione vitivinicola»

Una proposta di legge che certamente promuove e invita a migliorare le attività di accoglienza in cantina, ma qual è stata la risposta dei produttori?
«I produttori sono ovviamente interessati a capire, perchè molti di loro, svolgendo già l’attività di accoglienza e degustazione in Cantina lo facciamo tutti, non si erano posti il problema di come fosse disciplinato l’enoturismo, ritenendo appunto che quest’attività fosse complementare alla stessa produzione. Chiaramente, accolgono con favore il fatto che la Regione si interessi all’attività enoturistica e voglia disciplinarla in modo snello senza burocrazia, ma facendo in modo che la stessa venga da un lato legittimata e dall’altro regolata dando indicazioni di standard minimi da rispettare per offrire anche una proposta che sia di livello qualitativo adeguato alle aspettative dei consumatori e wine lovers che sono consumatori sempre più consapevoli e preparati»

La provincia di Avellino ha ancora da lavorare sul turismo in tema di servizi, strutture ricettive diffuse e trasporti. L’enoturismo potrebbe dare ulteriore slancio per perfezionare l’offerta su tutto il territorio
e per tutti gli ambiti turistici?
«L’enoturismo in Italia vale oltre 2 miliardi e mezzo di fatturato annuo con circa 14 milioni
di turisti, è sicuramente il comparto del settore turistico che sta facendo registrare performance di crescita maggiore. Per le aree interne come la nostra è un’opportunità da cogliere immediatamente anzi siamo in ritardo rispetto agli altri territori. Chiaramente bisogna farsi trovare preparati, sia le cantine devono essere in grado di offrire un’accoglienza che sia all’altezza delle aspettative che il territorio deve essere pronto ad offrire i servizi turistici necessari, penso agli Hotel, ma anche alla ristorazione così come ai percorsi turistici, che chiaramente dobbiamo organizzare per fare in modo che oltre alle Cantine si possano visitare anche luoghi storici, così come luoghi di culto etc»

Un territorio con una presenza di aziende di diversa dimensione e offerta. Un’opportunità o uno svantaggio per le piccole aziende che non sono ancora pronte all’accoglienza?
«Credo che la dimensione aziendale conti relativamente anzi spesso sono proprio le piccole aziende ad attrarre di più i visitatori, che cercano sempre di più produzioni di nicchia. Quindi credo che sia certamente un’opportunità per le aziende più piccole soprattutto se pensiamo alla vendita diretta in cantina, importantissima per le aziende che magari esportano poco e che così hanno la possibilità di arrivare al cliente finale tagliando tutti gli intermediari»

Da un rapporto dati rilevati da Svimez e UnionCamere, il flusso turistico in Campania è calato dopo la parentesi devastante del Covid. La costa resta chiaramente sempre la meta prescelta ma c’è un grande divario tra i turisti che preferiscono le aree con stazioni balneari e quelle che invece cercano uscite esperienziale partendo dall’enogastronomia alla natura. Il Consorzio Tutela Vini d’Irpinia come ha pensato di sostenere le iniziative di attività enoturistiche delle aziende che intanto si prepareranno ad accogliere potenziali turisti?
«Il Consorzio di Tutela intanto, è stato l’ispiratore di questa proposta di Legge, io stessa mi sono fatta promotrice con il Presidente Petracca di questa iniziativa. Poi il Consorzio sta pensando di fare un audit presso le Cantine interessate a sviluppare l’accoglienza enoturistica, in modo da stilare un elenco di standard e requisiti minimi da mettere in campo, questo al fine di stimolare le aziende ad alzare sempre di più il livello qualitativo della proposta.Il Consorzio inoltre sta già facendo incoming di giornalisti dall’estero, proprio al fine di comunicare il territorio , le aziende e la possibilità di visitare le Cantine Irpine, soo facendo toccare con mano la bellezza e l’autenticità di questa terra si può raccontare ed incuriosire i potenziali visitatori»

Attenzione anche all’agrolimentare di qualità locale e valorizzazione della filiera corta. Come possono partecipare le aziende che non producono vino ad incentivare l’enoturismo? Quanto sarò importante fare
rete?
«L’agroalimenterae intanto è un altro dei punti di eccellenza del nostro territorio, penso ai salumi, ai formaggi, ma anche alle castagne, ai Tartufi ai funghi tutti abbinamenti ideali per i nostri vini e per enfatizzare il valore delle nostre produzioni. Sicuramente questa è una sinergia spontanea, fisiologica e naturale che già esiste nelle Cantine. Sicuramente le aziende più conosciute possono fare molto per trainare anche il comparto vitivinicolo. Penso anche al cosiddetto cross marketing, con cui oltre al proprio prodotto si potrebbe sponsorizzare il vino, le denominazioni di quel territorio. In alcuni casi ciò già avviene da parte di alcuni produttori di pasta oppure di olio».

Una proposta di legge che serve certamente a valorizzare le denominazioni del territorio che caratterizzano l’Irpinia. Siamo davanti ad un ulteriore elemento che mette chiarezza alla proposta che della Doc Campania che ha tanto fatto discutere?
«Non credo che le due cose siano sovrapponibili. La Legge sull’enoturismo è una Legge Regionale che disciplina un’attività ausiliaria che le cantine normalmente svolgono, non credo c’entri nulla con l’idea di promuovere il comparto vitivinicolo Campano con la creazione di una DOC che riunisca sotto un unico cappello tutte le numerose varietà che si coltivano in territori così diversi nella varie zone della Campania. Il Consorzio Irpino sul punto è stato molto chiaro, per noi la creazione del Brand Campania che pure darebbe un impulso importante al turismo in generale non può avvenire a scapito delle produzioni vitivinicole d’eccellenza che trovano nella zonazione di aree a volte molto piccole e specifiche la loro peculiarità e la ragione delle loro caratteristiche speciali»

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