Oltre un secolo passato, la storia non si cancella. Esattamente 130 anni dopo, Il Giornale di Viticoltura ed Enologia – L’agricoltura e Le Industrie Agrarie ritorna in vita. La prima pubblicazione ebbe vita nel lontano gennaio 1893.
Una redazione con nomi oggi altisonanti nel settore della viticoltura e dell’enologia si costituì per fondare una rivista con cadenza quindicinale sul panorama enoico, agricolo e agroalimentare. Strutturazione di articoli, ricerche, studi di agraria, approfondimenti di numerosi sperimentatori italiani e stranieri dell’epoca e qualsivoglia progresso fatto nel campo dell’agroalimentare italiano, trattazione scientifica e risultati di ricerche, queste le attività svolte. Un faro si era ormai acceso sull’universo del vino, particolarmente luminescente sul Sud Italia. Diffondere e divulgare per avviare sviluppo e ammodernamento di una parte d’Italia naturalmente vocata agli obiettivi del Carlucci e del suo staff redazionale. Scrivere per dovere, conoscere per il divenire di un settore strutturale. Nelle ‘contrade’ del Mezzogiorno’, gli interessi agricoli divennero strettamente collegati alla coltura della Vite e all’Industria enologica.
Ampie vedute si accesero su temi di ‘larghe vedute’ e ‘quotidiana importanza’, verso i movimenti commerciali e tutte le argomentazioni inerenti alle coltivazioni e le industrie agrarie.
Esattamente con la stessa motivazione di dover e volere rifondare il Giornale in uno degli istituti agrari più antichi d’Italia, con l’intenzione di affermare uno strumento di consultazione e diffusione di informazioni tecniche, ampliandolo verso settori che, in questi anni, hanno trovato ampio sfogo. L’auspicio, quindi, fu quello di raggruppare le migliori energie per avviare un progetto che partiva si dalla scrittura ma per ampliarsi anche a forme diverse di divulgazione tecnico – scientifica: eventi, momenti di approfondimento, seminari, incontri, tasting e quant’altro affine al settore.
Insomma, la figura di Michele Carlucci segnò una data importante per la viticoltura italiana. A lui venne affidato l’incarico, nel lontano 1879, di dirigere la nuova scuola di Viticoltura e di Enologia di Avellino. L’istituto iniziò a funzionare nell’ottobre del 1880. Al Carlucci, l’Irpinia e l’Italia stessa ne riconosceva e riconosce ancora oggi l’importanza storica di aver edificato, anche letteralmente, una struttura che sarebbe poi diventata la più importante istituzione di studi e ricerche vitivinicole dell’Italia Meridionale, con il sostegno di docenti di parimenti prestigio quali Baccardini, Berlese, Paris, Peglioni, Sostegni, Trotter, insieme agli assistenti Briganti, Sannino, Ferrante, divenuti poi tutti a loro volta insegnanti di nota fama”