Cari lettori come oramai in ogni mio articolo che compone questa rubrica cerco di illustrarvi l’affascinante mondo del vino e professionalmente guidarvi verso una scelta consapevole di ciò che beviamo, nell’enologia spesso si susseguono realtà produttive circondate di storia e di novità a volte sconosciute per gli appassionati o neofiti, oggi vi illustro un’azienda che ha una peculiarità nell’affinamento del loro spumante oramai conosciuto in tutto il mondo, ovvero utilizzare gli abissi della baia del Silenzio come luogo per farlo riposare in tutta tranquillità come starebbe in cantina solo circondato dal silenzio e dalla fantastica fauna marina del posto, alla scoperta dell’enologia subacquea e della loro produzione.
Storia
L’azienda Bisson nasce nel 1978 dalla felice intuizione di Piero Lugano.
In quel periodo nel golfo del Tigullio chi possedeva un piccolo appezzamento di terreno aveva necessità di avere sì la vigna ma anche qualche albero da frutto qualche ulivo e soprattutto un orto. Quindi il vino locale in quel momento storico era soprattutto un elemento di autoconsumo, con tutti i problemi che una vinificazione casalinga può portare.
Così Piero Lugano decide di iniziare a fare vinificazione conto terzi. Utilizzando così macchinari e tecniche innovative si riusciva a ottenere un prodotto più omogeneo e qualitativo per tutti. A questo punto l’azienda inizia a crescere e ad ottenere in affitto piccoli appezzamenti di terreno.
Come nasce lo spumante degli abissi?
Piero Lugano ha due grandi passioni il vino e il mare. Così a fine secolo Piero decide di iniziare a pensare ad uno spumante metodo classico. In questo periodo inizia anche a studiare come poter innovare questo settore. I suoi studi portano lontano, ai romani. Il vino veniva spostato in anfore, all’interno di galee. Nel corso del secolo scorso sono state ritrovate parecchie galee romane in fondo al mare e anche moltissime anfore contenenti vino e olio.
All’interno di esse abbiamo trovato ancora vino e olio, perfettamente conservato. Ecco l’idea preparare uno spumante metodo classico e lasciarlo affinare sott’acqua ad una profondità di 50-60 metri nella Baia del Silenzio dove le condizioni sono ottimali.
Produzione
È piuttosto ampia e variegata in seguito all’idea innovativa di Piero ovvero quella di vinificare vini monovitigno, si passa a vinificare quelli che sono i vitigni più presenti in questa zona per dare un’identità a questo territorio. Bianchetta genovese e vermentino in primis, dolcetto, barbera e ciliegiolo per i vini rossi. Ovviamente dolcetto (localmente chiamato munferrà) e barbera provenienti dal Piemonte mentre il ciliegiolo dalla vicina Toscana. Ciliegiolo che nel 1985 sempre da una intuizione di Piero Lugano diventa una delle etichette più interessanti ed innovative della zona. Vinificato per la prima volta in rosè
Sullo spumante troviamo tre tipologie differenti l’Abissi classico (bianchetta, vermentino e cimixa) 18 mesi sui lieviti di cui 12 mesi sott’acqua; la riserva (stesso uvaggio) 36 mesi sui lieviti di qui 24 sott’acqua il rosè (granaccia e ciliegiolo) 24 mesi sui lieviti dei quali 12 in acqua.
Per quanto concerne gli altri prodotti aziendali si parte da un bianco “tre vigne” uvaggio di vermentino pigato e bianchetta. Come vini a monovitigno hanno due vermentini: “Intrigoso” e “vignerta” provenienti da due diverse zone; la bianchetta “U Pastine” che è un altro dei loro cavalli di battaglia; il pigato igt un’altra vera scommessa per la zona di produzione. In ultimo ci sono due etichette a base cimixa da due vigne differenti. Lo cimixa è un vitigno a bacca bianca di presunta origine mediorientale che ha trovato dimora nei secoli nell’entroterra del chiavarese. Passando ai vini rossi menzioniamo il ciliegiolo vinificato sia rosè che rosso, il Musaico (un blend di dolcetto e barbera) vinificato sia in acciaio che in legno, la granaccia (che in Liguria sta crescendo per ettari vitati e sta dando molta soddisfazione) sia in acciaio che in legno (il nome di questa etichetta è Braccorosso). Infine non dimentichiamo i passiti. Che sono quattro. L’acinirari e il caratello (entrambi blend di Vermentino e bianchetta con differente selezione e maturazione), il Granaccio (passito di granaccia) e il CinqueTerre Sciacchetrà. L’azienda infatti ha anche un piccolo appezzamento di terra a Volastra.
Come si preserva uno spumante in fondo al mare?
“Per rendere il tutto fattibile ci voleva una gabbia che potesse garantire la sicurezza. La progettazione della gabbia è stato uno dei passaggi tecnici più difficili, ma ho progettato il tutto talmente nei minimi dettagli che ancora oggi quel progetto originario non è stato cambiato di una virgola, oltre a realizzare e brevettare un tappo speciale con rivestimento in acciaio resistente all’azione del sale marino”. Il primo lotto fu di 6.500 bottiglie, un numero sicuramente importante come primo esperimento. “Ci abbiamo messo tanto tempo proprio per fare un test significativo, che è andato bene grazie alla tenacia e alla collaborazione di Drafinsub che ha immerso quelle prime casse”.
Per quanto concerne i mercati l’azienda non si pone limiti. Ovviamente lavorano molto per il mercato nazionale ma hanno anche parecchie richieste fuori dal nostro paese. Esportando negli Stati Uniti con una certa continuità e lavorando molto con il nord Europa e il mercato del l’oriente.
La storia di quest’azienda è la prova che nel mondo enologico il diversificarsi l’essere sempre evolutivo ed avere un animo instancabile pronto sempre alla ricerca dell’innovazione per garantire un prodotto di qualità non abbandonando l’amore per il territorio è la formula vincente, professionalmente mi identifico in questa ideologia non bisogna mai restare in staticità con il mondo ma sempre in continuo dinamismo!