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UE contro il settore enologico: facciamo chiarezza

di Sabino Genovese

Negli ultimi anni, il dibattito sulla salute e la sicurezza alimentare è diventata sempre più rilevante nell’Unione Europea. In particolare, la questione delle etichette dei prodotti alimentari è stata al centro di un acceso dibattito tra gli esperti del settore. Proprio in questo contesto, si sta discutendo di introdurre un’etichetta sulle bottiglie di vino simile a quella delle sigarette. L’idea di introdurre un’etichetta del vino simile a quella delle sigarette si basa sulla necessità di fornire ai consumatori informazioni trasparenti sulla composizione e i potenziali rischi per la salute associati al consumo di alcol. L’etichetta dovrebbe includere avvertimenti sulla quantità di alcol contenuta nella bottiglia e sulle possibili conseguenze per la salute del consumo eccessivo di alcol. Questa proposta ha incontrato reazioni contrastanti. Da un lato, alcuni esperti sostengono che l’introduzione di un’etichetta simile a quella delle sigarette possa aiutare i consumatori a prendere decisioni più informate e responsabili sulla quantità e la frequenza di consumo di vino. Inoltre, si ritiene che l’etichetta possa sensibilizzare i consumatori sui rischi associati al consumo eccessivo di alcol. Dall’altro lato, ci sono preoccupazioni che un’etichetta simile a quella delle sigarette possa avere un impatto negativo sull’immagine del vino, un prodotto che rappresenta un importante patrimonio culturale per l’Europa. Inoltre, alcuni esperti temono che l’etichettatura del vino possa essere interpretata in modo scorretto dai consumatori, portando a confusione e a un calo delle vendite. Da un lato, c’è chi sostiene che questa decisione sia giustificata dal fatto che il consumo di alcol in eccesso può causare gravi danni alla salute. Dall’altro lato, c’è chi ritiene che questa decisione possa avere un impatto negativo sul settore vitivinicolo, che rappresenta un importante patrimonio culturale ed economico per l’Europa. È importante notare che la riduzione del consumo di vino non significa necessariamente una diminuzione della produzione o delle esportazioni di vino.

La riduzione si concentrerà piuttosto sulla promozione di un consumo responsabile di alcol e sulla sensibilizzazione sui rischi associati al consumo eccessivo di alcol. Ciò potrebbe comportare una maggiore attenzione all’etichettatura delle bottiglie di vino e alla quantità di alcol contenuta in esse. Inoltre, è importante sottolineare che la decisione dell’Unione Europea di ridurre i consumi di vino non è un attacco diretto al settore vitivinicolo europeo. L’obiettivo dell’UE è quello di proteggere la salute dei suoi cittadini e promuovere uno stile di vita più sano. Ci sono diverse iniziative e programmi in corso per promuovere la cultura del vino in modo responsabile, senza mettere a rischio la salute delle persone. Il vino contiene sostanze chimiche come i polifenoli e gli antiossidanti che sono noti per avere proprietà antinfiammatorie e antiossidanti. Questi composti sono presenti nella buccia e nei semi dell’uva, che sono gli ingredienti base del vino. In particolare, i polifenoli possono aiutare a prevenire malattie cardiovascolari, ridurre l’infiammazione e migliorare la salute del sistema immunitario. Numerosi studi hanno dimostrato che il consumo moderato di vino rosso può avere benefici per la salute del cuore e del sistema circolatorio. Il consumo moderato di vino può aumentare i livelli di colesterolo HDL (il cosiddetto “colesterolo buono”) e ridurre i livelli di colesterolo LDL (il “colesterolo cattivo”), riducendo così il rischio di malattie cardiache. Inoltre, il vino rosso contiene resveratrolo, una sostanza chimica presente nella buccia dell’uva rossa, che è nota per avere proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. Il resveratrolo può contribuire a ridurre il rischio di malattie cardiache, diabete e alcune forme di cancro, io stesso insieme ad una equipe di biologi, medici e chimici farmaceutici guidati dalla magnifica prof.ssa Carmela Saturnino docente di chimica farmaceutica presso l’Università degli studi della Basilicata, con esperienza curriculare all’estero con pubblicazioni su più di 100 riviste scientifiche. Tale ricerca nominata: “ L’EFFETTO PROTETTIVO DEGLI ANTIOSSIDANTI E DEL RESVERATROLO NEL VINO:LE PROPRIETA’ NUTRACEUTICHE DEL VINO IN IRPINIA” vis ibile su internet, con cui abbiamo vinto il premio 2022 per il miglior poster scientifico consegnatoci dalla prestigiosa Università Medica Salernitana.

Ci sono numerosi studi scientifici che hanno esaminato gli effetti positivi del consumo moderato di vino sulla salute umana. Uno studio interessante che ha approfondito questo argomento è stato condotto dal Dipartimento di Nutrizione dell’Università di Harvard. Lo studio, intitolato “Moderate alcohol intake and lower risk of coronary heart disease: meta-analysis of effects on lipids and haemostatic factors” è stato pubblicato nel 1999 sulla rivista scientifica British Medical Journal. Questo studio ha esaminato l’effetto del consumo moderato di alcol, tra cui il vino, sui lipidi del sangue e sui fattori emostatici associati al rischio di malattie cardiovascolari. Lo studio ha coinvolto oltre 80.000 partecipanti maschi e femmine di età compresa tra i 30 e i 55 anni. I partecipanti sono stati seguiti per un periodo di 8 anni, durante i quali sono stati sottoposti a esami del sangue periodici per monitorare i livelli di lipidi e fattori emostatici. I risultati dello studio hanno dimostrato che il consumo moderato di alcol, compreso il vino, è associato ad una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari. In particolare, i partecipanti che hanno consumato tra 5 e 30 grammi di alcol al giorno (circa 1-3 bicchieri di vino) hanno mostrato una riduzione dei livelli di colesterolo LDL e una maggiore attività fibrinolitica, che può contribuire a prevenire la formazione di coaguli di sangue. Lo studio ha anche evidenziato che il consumo di vino rosso sembra essere più efficace nel ridurre il rischio di malattie cardiovascolari rispetto ad altre bevande alcoliche. D’altronde non è la prima volta che la comunità europea sembra accanirsi contro il settore enologico vi riporto alcuni esempi dettagliati dei principali problemi: Riduzione delle superfici viticole: l’UE ha adottato politiche volte a ridurre le superfici viticole, in particolare nei paesi del sud dell’Europa, per limitare la sovrapproduzione eccessiva di vino e garantire prezzi più stabili. Tuttavia, questa politica ha portato alla perdita di posti di lavoro e alla riduzione delle entrate dei produttori di vino. Riduzione dei sussidi: l’UE ha ridotto i sussidi ai produttori di vino, limitando il loro potere di investire in innovazione, ricerca e sviluppo di nuovi prodotti. Ciò ha portato a un calo della competitività del settore vitivinicolo dell’UE rispetto ad altre regioni del mondo. Regolamentazione dell’etichettatura: l’UE ha imposto norme severe sull’etichettatura dei vini, che hanno reso più difficile per i produttori di vino distinguersi sul mercato. Ad esempio, la normativa dell’UE impone di specificare la varietà di uva utilizzata nella produzione del vino, il che limita la creatività dei produttori di vino. Tassazione: l’UE ha imposto tasse elevate sui vini importati da paesi esterni all’UE, il che ha portato alla perdita di quote di mercato da parte dei produttori di vino dell’UE. Pressione ambientale: l’UE sta promuovendo politiche ambientali rigorose, che stanno mettendo sotto pressione i produttori di vino dell’UE per adeguarsi a nuove normative ambientali che comportano maggiori costi di produzione. Ciò ha portato a una riduzione della competitività del settore e alla perdita di posti di lavoro e reddito per i produttori di vino.  In conclusione, la problematica riguardante le etichette del vino e la riduzione dei consumi entro il 2025 solleva questioni importanti per il settore vinicolo dell’UE. Da un lato, le etichette del vino rappresentano un’importante fonte di informazione per i consumatori e la loro regolamentazione può contribuire a garantire la trasparenza e l’equità sul mercato. Tuttavia, è importante garantire che le norme siano ragionevoli e non limitino eccessivamente la creatività dei produttori di vino. D’altra parte, la riduzione dei consumi di vino entro il 2025 rappresenta una sfida significativa per il settore vinicolo dell’UE. Sebbene ci siano evidenze scientifiche che dimostrano i benefici del consumo moderato di vino, è importante riconoscere che l’abuso di alcolici può avere effetti negativi sulla salute e sulla società in generale. Pertanto, l’UE dovrebbe lavorare insieme ai produttori di vino e ai consumatori per trovare un equilibrio tra la promozione del consumo moderato di vino e la prevenzione dei danni derivanti dall’abuso di alcolici. Ciò potrebbe essere fatto attraverso campagne di sensibilizzazione sulla responsabilità del consumo di alcolici, in collaborazione con le autorità sanitarie nazionali e regionali, insieme a politiche volte a garantire la sostenibilità del settore vitivinicolo dell’UE. Inoltre, sarebbe auspicabile che l’UE favorisca il dialogo con il settore vinicolo e prenda decisioni che tengano conto degli interessi dei produttori di vino, senza sacrificare la qualità e la diversità del patrimonio viticolo dell’UE. Infine, l’UE potrebbe promuovere una maggiore cooperazione e scambio di conoscenze tra i paesi produttori di vino dell’UE, favorendo la condivisione di best practice e di strumenti per migliorare la competitività del settore. Da professionista del settore vi dico che dal primo all’ultimo dei miei colleghi insieme a produttori e medici stiamo propagando le giuste informazioni attraverso convegni ed articoli, dal mio canto concedetemi una piccola riflessione: “Vogliamo veramente dare ascolto a chi il vino lo beve solo nei ristoranti stellati?”.

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