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“2VI.T.E.”, un viaggio tra vino, arte e tradizioni al centro dell’Irpinia

di Sabino Genovese

Sabato 16 novembre, Montefusco, Santa Paolina e Torrioni hanno celebrato un evento che resterà nel cuore di chi ha avuto il privilegio di partecipare. Il progetto 2VI.T.E. ha dato vita a una giornata in cui vino, arte e tradizioni si sono intrecciati in un’esperienza unica, capace di valorizzare il territorio e il suo ricchissimo patrimonio culturale ed enogastronomico. La mattina è iniziata sotto il segno della collaborazione tra istituzioni, università e produttori locali con un percorso di visita condotto da Gianni Cicia, Riccardo Vecchio e Adelina Picone del CRISP- Centro di Ricerca Interdipartimentale della Federico Il – e del DiARC della Federico II e da Emilia Di Girolamo Direttore del MAVV – Museo dell’Arte, del Vino e della Vite presso le cantine: Terredora (Montefusco); Cennerazzo (Torrioni).

La visita costituisce il primo appuntamento di un itinerario in più tappe alla scoperta delle cantine e delle attività vitivinicole del territorio. Durante la prima tappa presso l’azienda Terredora, una tavola rotonda ha aperto il dibattito: si è discusso di innovazione e tecnologia nel settore vitivinicolo, del rapporto tra produzione e territorio, e di strategie per incrementare il turismo, attirando visitatori dalle aree più frequentate della Campania verso le affascinanti zone interne. La seconda tappa ha condotto i partecipanti a Torrioni, presso la Cantina Cennerazzo, un’azienda familiare fondata dalla passione dei fratelli Lidia e Federico, guidati dall’esperienza del padre Sebastiano. In questo suggestivo contesto, le conversazioni hanno toccato temi cruciali per la valorizzazione del territorio, culminando con un brindisi accompagnato dalle eccellenti etichette della cantina. Nel pomeriggio, il centro storico di Montefusco ha aperto le porte del maestoso Palazzo Giordano, trasformato in un Laboratorio Diffuso delle Arti. Due tavoli di lavoro, condotti da professori del Dipartimento di Architettura dell’Università Federico II, hanno esplorato le molteplici connessioni tra arte, artigianato e paesaggio.  I professori Pasquale De Toro, Cristina Mattiucci ed Alessandro Sgobbo, hanno guidato il tavolo “Arte e produzione”, mentre le professoresse Adelina Picone e Paola Galante, con la collaborazione delle dottorande DiARC  Rita Fischer e Caterina Mennella, hanno approfondito il legame tra tradizioni artistiche e valorizzazione del territorio. Le storie e le voci di Santa Paolina e Torrioni, raccolte in video interviste dallo scrittore e cineasta Antonello Carbone, coinvolto dal DiARC nel progetto, hanno ulteriormente arricchito il dialogo, regalando uno spaccato autentico della vita locale. La giornata è culminata in un momento tanto atteso: un assaggio tecnico del Greco di Tufo DOCG, guidata dall’ONAV Campania durante il Seminario di approfondimento relativo alle peculiarità morfologiche e ampelografiche della DOCG Greco di Tufo. Sei produttori – Terredora, Sacco, Feudo Mele, Centrella, Colline del Sole e Cennerazzo – hanno presentato le loro etichette, accompagnando i presenti in un viaggio sensoriale alla scoperta delle sfumature che rendono unico ogni vino. Non è solo il terroir a fare la differenza, ma anche l’impronta personale di ciascun produttore, una vera e propria interpretazione della natura e del suo dono prezioso: l’uva. Mentre si degustavano vini raffinati e prodotti locali: come i fusilli artigianali preparati dalla cooperativa Tobilì di Napoli, si percepiva chiaramente il cuore pulsante di questo evento: l’amore per la terra e la volontà di proteggerla e valorizzarla. Ogni calice di Greco di Tufo raccontava una storia fatta di passione, tradizione e innovazione, unendo passato e futuro in un sorso di pura eccellenza. Il Greco di Tufo DOCG, protagonista assoluto dell’evento, incarna una delle eccellenze dell’Irpinia. Negli ultimi anni, questo vino ha vissuto un’evoluzione straordinaria, affermandosi non solo sul mercato nazionale ma anche internazionale. La sua capacità di riflettere fedelmente il territorio, dalle caratteristiche vulcaniche dei suoli alla freschezza delle altitudini, lo rende unico e riconoscibile. Parallelamente, le tecniche di vinificazione sono state affinate, con un’attenzione crescente alla sostenibilità e al rispetto dell’ambiente. I produttori stanno investendo in ricerca e innovazione, sperimentando nuove modalità di fermentazione e affinamento per esaltare le peculiarità del vitigno. Questo approccio ha portato a una diversificazione stilistica del Greco di Tufo, che oggi può spaziare da versioni fresche e minerali a interpretazioni più strutturate e longeve. Eventi come quello di Montefusco e Torrioni non solo celebrano la bellezza di un vino, ma rafforzano la consapevolezza del legame inscindibile tra prodotto e territorio. Il futuro del Greco di Tufo si prospetta luminoso.

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