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Perché si Chiama Falanghina? Un’Analisi delle Origini del Nome di un Vitigno Storico

di Sabino Genovese

Quando si parla di Falanghina, uno dei vitigni bianchi più noti e apprezzati della Campania, non si può fare a meno di chiedersi: perché si chiama così? Cos’è che rende così intrigante questo nome, che da sempre ha affascinato gli appassionati di vino e gli studiosi del settore vitivinicolo? In questo articolo, esploreremo le origini di questo nome, cercando di capire se dietro ad esso ci sono storie affascinanti, leggende o semplici tradizioni locali. La Falanghina è un vitigno autoctono della Campania, che ha radici profonde nella tradizione vitivinicola della regione. Cresce principalmente nella zona del Sannio, a nord-est della Campania, particolarmente nella provincia di Benevento, ma è diffuso anche nei Campi Flegrei, nei territori di Napoli, Avellino e Caserta, e ha trovato spazio anche in altre regioni italiane come il Lazio, l’Abruzzo e l’Umbria. Tuttavia, è in Campania che la Falanghina riesce a esprimere al meglio il suo potenziale, grazie alla varietà di terreni e alle condizioni climatiche ideali. Ma cosa c’è dietro al nome di questo vitigno che oggi viene coltivato e apprezzato in tutta Italia e nel mondo? Esistono tre teorie principali che tentano di spiegare l’origine del nome “Falanghina”. Ogni ipotesi ha il suo fascino, e ogni studioso del vino ha la sua opinione in merito. Andiamo ad esaminare ciascuna di queste teorie per capire quale sia la più plausibile e se ci sono elementi che possano unire queste spiegazioni.

La teoria del “falanga” come palo di sostegno

Una delle ipotesi più accreditate è quella che collega il nome “Falanghina” alla parola “falanga”, un termine utilizzato in viticoltura per indicare un palo di legno che veniva usato per sostenere le viti. In passato, questo sistema era molto comune nelle zone collinari, dove le piante necessitano di un supporto per crescere in modo ordinato e per ottenere la giusta esposizione alla luce solare. La tecnica della “falanga”, che prevede il sostegno delle viti tramite questi pali, è stata particolarmente utile per favorire la coltivazione di varietà come la Falanghina, che ha una vegetazione abbondante e necessita di una buona gestione della chioma.

Questa teoria ha un forte riscontro storico ed è sostenuta dalla maggior parte degli studiosi di viticoltura. La connessione tra il nome e l’uso di pali per sostenere le viti sembra essere la spiegazione più logica e coerente con la tradizione vitivinicola della Campania.

Il legame con la “falange” militare

Un’altra ipotesi, meno condivisa ma comunque interessante, suggerisce che il nome “Falanghina” derivi dal termine greco “φάλαγξ” (falangs), che significa falange, un tipo di schieramento militare in uso nell’antichità. La falange era una formazione compatta di soldati, disposti fianco a fianco, che creavano una linea solida e coesa. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che il nome del vitigno si riferisse proprio alla compattezza degli acini del grappolo della Falanghina, che si presentano uniti in modo omogeneo, simili alla formazione di una falange.

Tuttavia, questa teoria non ha riscontri storici definitivi e, quindi, rimane più una suggestione che una vera spiegazione. La connessione tra il termine “falange” e il vitigno Falanghina potrebbe essere, quindi, più simbolica che concreta.

La connessione con il “Falerno”

La terza teoria, che affonda le radici nella tradizione storica del vino, collega il nome “Falanghina” al famoso vino Falerno, uno dei più apprezzati e leggendari dell’antica Roma. Il vino Falerno era prodotto nella zona del Lazio e della Campania, e si diceva che fosse il miglior vino dell’epoca, tanto che veniva celebrato nelle opere di poeti e storici romani. Sebbene non ci sia certezza che la Falanghina fosse già conosciuta ai tempi dei Romani, alcuni suggeriscono che il nome “Falanghina” sia stato scelto per evocare la qualità e la tradizione del celebre vino Falerno, a sottolineare l’eccellenza del vitigno. In alcune zone della Campania, la Falanghina è anche conosciuta come “Falernina” o “Uva Falerna”, un chiaro riferimento a questo legame simbolico con il Falerno. La scelta di associare il vitigno Falanghina al nome Falerno potrebbe, quindi, essere stata una strategia per valorizzare l’uva e le sue qualità in un mercato già conosciuto per il suo prestigio. La storia del nome “Falanghina” è un intreccio di tradizioni, leggende e realtà vitivinicole. Sebbene la teoria più plausibile sia quella che collega il nome al “falanga” utilizzato in viticoltura, le altre ipotesi, legate alla falange militare o al vino Falerno, aggiungono un affascinante velo di mistero e storia a un vitigno che continua a conquistare i palati di tutto il mondo. In ogni caso, il vitigno Falanghina è oggi un simbolo di qualità e di tradizione della Campania, e il suo nome evoca secoli di cultura, passione e dedizione alla viticoltura.

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