Quando proietto attraverso la scrittura, le emozioni avvertite in degustazione, prometto che chi leggerà avrà un posto in prima classe su un treno proiettile. Non lasciatevi trasportare dai pareri degli altri, il compito di un professionista sta nell’educare, nel guidare le sensazioni naturali della gente, verso la giusta prospettiva per individuare i gusti e i sapori attraverso chiare e concise spiegazioni. Annata 2019, il vino versato nel calice scende lento comunicando all’udito la sua corporeità sonante nel calice, la massa è ben definita. La vista è colpita dal colore giallo paglierino con riflessi dorati, si aprono le danze! Al naso ho percepito sin da subito odori di erbe aromatiche e frutta acerba con reminiscenze di burro. Altre importanti componenti alcoliche sono risultate il feniletilalcol, associato a sentori di rosa e a più basse concentrazioni, il 3-metil tiopropanolo responsabile dell’odore di speziato, per finire odori minerali evidenziando la natura dei terreni di produzione. Al gusto è secco, con grande intensità si avverte fulmineamente una buona sapidità dovuta dall’acidità presente ma morbida che completa egregiamente il quadro strutturale infine una leggera freschezza, il grado alcolico è di 13.5%. Ben tollerante a condizioni di siccità e resistente alle più diffuse fitopatie, in particolare alla botrite, motivo di riscoperta da aziende già operative negli anni novanta.
Franco Addimanda è stato uno dei pochi viticoltori che ha creduto in questa cultivar, raccontando di tutte le difficoltà riscontrate, nel riportare i caratteri genetici desiderati. La propagazione di questi vigneti, è avvenuta attraverso innesti specificatamente eseguiti, affinché le nuove piante originatesi trasportassero tutte le peculiarità dei vigneti anziani; oramai sempre meno produttivi sotto l’aspetto quantitativo ma non qualitativo. La sua produzione, indica l’importanza di far conoscere la sua storia, e la storia di viticoltori che come lui sono riusciti a discostarsi dall’omogeneità dell’agronomia locale. Dimostrando, che la maggior parte delle volte andare controcorrente è la scelta giusta da seguire quando mente e cuore sono in sintonia. Facendo rivivere a chi degusta questo vino ricordi di un tempo enoico che non tornerà ma seminando dentro ogni coscienza il bisogno di salvaguardare i vigneti minori.